Molti pazienti mi chiedono se possono usare il dado vegetale

Autore: Luca Napoli

Tanto è solo un dado! Mi dicono.

La sua funziona è quella di insaporire però come la cosa curiosa è come ottiene questo effetto. Ebbene iniziamo a dire che contiene sale, poi seguono altri sei ingredienti che hanno l’unico scopo di esaltare i sapori e non sono neppure del tutto sicuro che siano così sani.

In fondo alla lista si trova lo zucchero e qualche rimasuglio di verdure

Questa la lista degli ingredienti:

Sale da cucina: Il sale è importante per la trasmissione degli impulsi nervosi, per il bilancio idrico salino del sangue e di tutti i liquidi corporei; eppure oggi sono tristemente noti molti problemi legati ad un eccessivo utilizzo di sale come l’ipertensione, ritenzione idrica, edemi, fino ad alcune forme di tumore allo stomaco. Purtroppo la gran parte del sale che si trova oggi in commercio non è più quello ottenuto dalla semplice evaporazione dell’acqua di mare, ma è composto per il’98% da cloruro di sodio, inoltre è stato sottoposto ad un processo industriale di raffinazione privandolo degli altri oligoelementi essenziali considerati a torto impurità e sbiancato artificialmente.

Esaltatori di sapidità: glutammato monosodico:Il glutammato è la forma salina di una sostanza (acido glutammico) che è presente naturalmente in quantità significativa ad esempio nei latticini, nelle carni, nei cereali… La produzione industriale avviene partendo da culture di lieviti ottenute su melasse di barbabietola o canna da zucchero.

Fin dagli anni sessanta è stata descritta in letteratura la “Sindrome del ristorante cinese”, provocata dall’assunzione di glutammato monosodico e caratterizzata da cefalea, vasodilatazione cutanea, talvolta orticaria ed esacerbazioni in soggetti asmatici; tuttavia i dati più recenti, fra cui un grande studio multicentrico condotto nel 2000, sembrano smentire la correlazione tra il glutammato e le manifestazioni descritte.

Inosinato disodico: E’ un composto naturale (Nucleotidi) deriva dall’estratto di carne ed ha la funzione specifica di esaltare i sapori come il glutammato monosodico.

Guanilato disodico: E’ un composto naturale (Nucleotidi) deriva dall’estratto di lievito ed ha la funzione specifica di esaltare i sapori come il glutammato monosodico.

Grassi e oli vegetali: questa sigla può rappresentare un grande buco nero e tutto dipende dalla materia prima da cui si parte.

Ad esempio si può intendere il sano olio di oliva (ma allora perché non scriverlo) oppure i pessimo olio di colza costituito per circa la metà da acido erucico i cui effetti negativi sulla crescita, sul fegato e sul cuore sono ormai documentati(negli USA è stato lanciato un olio di colza geneticamente modificato a basso tenore di acido erucico, l’olio canola.)

Si può passare per l’olio di cocco contiene contenente l’87% di grassi saturi (il burro ne contiene il 65%). Se si passa poi all’olio di palma si scopre che in commercio esistono due oli di palma: quello “rossiccio” e quello “gialliccio”; le caratteristiche sono completamente diverse, peccato che nei prodotti venga usata la sola dizione “olio di palma”.

Estratto di lievito: a quanto sembra è un modo per camuffare il glutammato monosodico che è tutto fuorché un toccasana e sembra avere una relazione con alcune malattie degenerative , cardiovascolari, disturbi del comportamento, diabete, glaucoma e sovrappeso.

Aromi: non vengono propriamente usati per insaporire i prodotti ma per dargli il loro sapore “naturale”, ovvero quel sapore che hanno perso durante tutto il processo di lavorazione del prodotto stesso. Nel caso peggiore invece gli aromi vengono utilizzati per alterare completamente il sapore di un prodotto che altrimenti risulterebbe “cattivo”.

Non essendo riportata la sigla “aromi naturali” questi sono sicuramente di origine chimica/artificiale, insomma potrebbe esserci di tutto.

Cipolla: cipolla disidratata.

Zucchero: lo zucchero grezzo viene lavato con latte di calce poi, per eliminare la calce che e’ rimasta in eccesso, viene trattato con anidride carbonica. Ma non è finita qui, infatti il prodotto così ottenuto avrebbe un colore scuro quindi viene trattato con acido solforoso e poi sottoposto a cottura,raffreddamento e cristallizzazione. Infine avviene la centrifugazione.

Probabilmente starete pensando che sia finita qui. Invece siamo arrivato solo allo stadio dello zucchero grezzo da cui parte la seconda fase della lavorazione: lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno)

Colorante E 150c: Il caramello ammoniacale è un colorante di colore bruno, di origine sintetica. se consumato entro le dosi raccomandate, è considerato un colorante non nocivo. DOSE ADI: 200 mg per Kg di peso corporeo.

E per concludere in bellezza, Prezzemolo e Sedano disidratato.


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