A cosa rinuncia chi segue la dieta Paleo e i problemi derivati

Autore: Luca Napoli

In linea di principio si rinuncia a tutto quanto non era disponibile nel Paleolitico quindi: i cereali e i loro derivati, i legumi (compresa la soia), il latte e i suoi derivati.

Da eliminare anche tè, caffè, cacao, vino, aceto e sale.

Il motivo dell’eliminazione del sale risiede nel fatto che a coprire il fabbisogno corporeo di sodio basta quello contenuto nei cibi e l’aggiunta di altro sale comporterebbe un dannoso squilibrio tra sodio e potassio.

Vanno eliminati anche gli oli di mais e di semi e la margarina: i primi poiché ricchi di acidi grassi omega-6, la seconda perché è costituita da grassi idrogenati, molto pericolosi per la salute.

Un pò di numeri

Per quanto riguarda le percentuali di macronutrienti, non vengono fissate in modo preciso  ma viene fornito un range: le proteine rappresentano dal 20% al 35% delle calorie, i grassi dal 30% al 60%

Critiche

Sembra una dieta iperproteica; in realtà, essa non limita i carboidrati, consiglia solo di consumare carboidrati ingerendo frutta e verdura, che sono a basso indice glicemico e non cereali e loro derivati.

E’ povera di calcio, data l’esclusione dei latticini.

C’è da ricordare in proposito come i latticini, benché ricchi di calcio, siano molto acidificanti e dunque rendano difficoltosa l’assimilazione di questo minerale oltre ad alterare l’equilibrio calcio/magnesio.

Al contrario, una dieta ricca di verdura e frutta e dunque alcalinizzante come la paleodieta avrebbe effetto protettivo nei confronti dell’osteoporosi.

Ma noi siamo geneticamente uguali agli uomini del paleolitico?

Un’ultima obiezione afferma che nel corso del tempo è possibile che ci siano state modificazioni riguardo il patrimonio genetico umano.

Per questo motivo l’uomo si sarebbe adattato al consumo di latticini e/o di cereali.

La diffusione di intolleranze al latte e al glutine porta a mettere in discussione il fondamento di questa ipotesi.

Oltre al fatto che le ricerche di Eaton e Cordain hanno evidenziato una modifica nel genoma umano da 40.000 anni a questa parte di solo lo 0,02%.

Ma dov’è il problema? sicuramente la qualità e quantità

l’uomo del paleolitico mangiava giustamente molta più frutta e verdura di quella oggi consumata dall’uomo moderno.

Inoltre, tali alimenti, permettevano di arrivare ad un’ingestione media di fibre pari ad almeno 100 grammi al giorno.

Ricordiamo che Le fibre incoraggiano anche la perdita di grassi riducendo l’indice glicemico dei carboidrati ingeriti.

La dieta paleolitica prevedeva anche l’utilizzo dei legumi. L’uomo del paleolitico si cibava anche di semi, bacche e baccelli: e allora, che cosa sono, e cosa è contenuto nei baccelli di fave, piselli, fagiolini, ecc.

L’ampia varietà di frutta, vegetali e semi consumata dalle prime società di cacciatori e raccoglitori conteneva una quantità di vitamine, sali minerali e antiossidanti naturali cinque volte maggiori di quella che tipica odierna.

Ricordiamo anche che ogni tipo di “fanatismo”, anche nel campo dell’alimentazione può produrre altri problemi di malnutrizione, in certi soggetti.


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