L’insalata imbustata, pratica e comoda ma a che prezzo ?

Autore: Luca Napoli

L’insalata imbustata la vediamo pratica e comoda, pensiamo al tempo risparmiato in cucina… ma a che prezzo?

Si conosce da un po’ che la carica batterica dell’insalata imbustata era superiore alla normativa di legge (ma della legge Francese, perché in Italia la normativa non c’era) e, nel giorno di scadenza, la carica batterica era aumentata ulteriormente dell’80%.

Questo perché l’insalata tagliata continua a perdere il proprio liquido cellulare ed i batteri, se ne approfittano. La carica batterica risulta assai più alta di quella che si trova sull’insalata dell’orto non lavata!

Per lavare industrialmente la verdura usano cloro e anidride solforosa che aumenta la conservazione del prodotto.

Un po’ di numeri

Nel 3% delle buste i ricercatori hanno individuato escherichia coli. E in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione.

Percentuali persino più elevate sono invece il risultate della ricerca di altri germi patogeni: l’enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo pseudomonas nel 17% e lo staphylococcus nel 18% delle insalate.

Inoltre c’è da dire che in media una busta di insalata già tagliata costa 4 volte di più della pianta presa al mercato

Infine secondo uno studio dell’inran, i prodotti tagliati e imprigionati nelle buste perdono fino al 50% dei loro elementi nutritivi antiossidanti come vitamina c e beta-carotene.


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