Oli di semi da evitare e quali utilizzare

Autore: Luca Napoli

Gli oli di semi da evitare sono quelli ricavati da semi o frutti oleosi come arachide, mais, girasole, soia, lino, vinacciolo (il piccolo seme dell’uva), colza.

Il loro consumo è aumentato in questo secolo grazie ad una campagna pubblicitaria volta ad affermare un’immagine degli oli di semi come più leggeri e più adatti alla frittura.

  • E’ falso che l’olio di semi sia più leggero e meno grasso (sviluppa infatti 930 calorie per 100g, contro le 901 dell’olio di oliva);
  • Non è vero che l’olio di semi sia più digeribile;
  • E’ falso che l’olio di semi sia più adatto alle fritture: la sua particolare ricchezza di acidi grassi polinsaturi, molto sensibili all’azione del calore, determina, molto più che nell’olio di oliva, la formazione durante la cottura di sostanze tossiche, irritanti e cancerogene.

Purtroppo gli oli di semi che si trovano comunemente in commercio sono sicuramente da sconsigliare sono prodotti di scarsa qualità ricchi di sostante nocive per l’organismo.

Ciò in quanto per la loro produzione non si utilizza la semplice spremitura, ma una tecnica di estrazione basata sull’impiego di solventi (esano, etere, benzina, trielina..).

Sono sostanze tossiche le quali, anche se fatte evaporare, rimangono sicuramente in tracce nel prodotto finale.

Dopo l’estrazione tali oli sono poi sottoposti a trattamenti con alcali per ridurne l’eccessiva acidità, a procedimenti di decolorazione e di deodorazione attraverso l’uso di filtri a carboni attivi e di vapore a 170-180°C.

Questi trattamenti ci danno un prodotto incolore, insapore, inodore, ma anche impoverito di vitamine e di elementi antiossidanti.

Da qui la necessità, prevista dalla legge, dell’aggiunta di antimicrobici (acido sorbico e sodio sorbato) e di antiossidanti (assorbile palitato, butilidrossianisolo, gallato di ottile, tocoferolo) sulla cui innocuità per l’organismo umano ci sono parecchi e pesanti dubbi.

Eccezioni

L’unica eccezione è ammessa per gli oli di semi di provenienza biologica che sono estratti a freddo senza l’impiego di sostanza chimiche e per i quali non è prevista l’aggiunta di additivi di sintesi.

Gli oli di semi biologici di prima spremitura, purché usati a crudo, sono molto benefici in quanto ricchi di grassi polinsaturi della serie omega 6 e 3.

Vengono utilizzati alla stregua di integratori, come l’olio di lino che è la fonte vegetale conosciuta più ricca di acido omega 3.

Numerosi studi hanno dimostrato che l’olio di lino può ridurre il dolore, l’infiammazione ed il gonfiore negli stati artritici, ha effetto di riduzione dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi nel sangue.

Da consumare rigorosamente crudo, viene utilizzato anche da chi ha problemi di stipsi per ammorbidire e facilitare il transito intestinale.


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